È tempo di bilanci. Un primo bilancio per poi rimettersi al lavoro per sostenere e connettere tra loro i nostri eletti.
Come è andata? Dopo i ballottaggi non possiamo che essere soddisfatti: abbiamo portato nei consigli comunali 16 dei 18 che sostenevamo, abbiamo dato una mano ad eleggere un sindaco – il 26enne Edoardo Accorsi – e a far cambiare segno alla giunta di Cento, la città che sarà chiamato a governare.
Molte e molti dei nostri candidati, che fossero in liste dalle percentuali alte o in liste più piccole, hanno superato le mille preferenze e sono spesso primi nella loro lista.
Non è un dato da poco: le preferenze troppo spesso vengono espresse per ragioni non esattamente legate alla passione politica. Non è il nostro caso e non è il caso dei nostri eletti e delle nostre elette.
Diamo i numeri.
Abbiamo contribuito ad eleggere Simona Larghetti e Giacomo Tarsitano a Bologna, Luana Grossi a San Benedetto Po, Valeria Campagna a Latina, prima della sua lista, Marco Tonti a Rimini, Maria Grazia D’Amico a Varese, Giulia Princivalli a Oderzo, Beatrice Corsi a Sesto Fiorentino, Giulia Massolino che pure è la più votata della sua lista a Trieste. Alcune delle liste che “ospitavano” i candidati che sostenevamo, come Adesso Trieste, Coalizione Civica Coraggiosa Ecologista e Solidale e lista civica del candidato Matteo Lepore a Bologna, Latina Bene Comune, hanno avuto ottimi risultati, una costante in questa tornata elettorale: laddove le liste civiche erano radicate, avevano lavorato a lungo e non erano una coalizione elettorale dell’ultim’ora, hanno funzionato molto bene. Dopo i ballottaggi anche Claudia Pratelli e Abdullahi Ahmed, entrambi forti di tante preferenze, entrano nei consigli comunali di Roma e Torino.
Siamo anche contenti dei risultati ottenuti dai candidati sindaco che non ce l’hanno fatta, correvano in territori difficili e contro amministrazioni in carica. Non hanno vinto la loro battaglia per diventare sindaci Federico Braini ad Arquata Scrivia, Margherita Silvestrini a Gallarate, Paolo Bersani a Rottofreno, Caterina Pagnin a Quarto d’Altino. Tutti loro saranno all’opposizione in consiglio comunale e, ci dicono, sono già al lavoro e non molleranno l’impegno che hanno messo fino a oggi.
Non sono entrati in consiglio comunale Giorgio Carcagni e Marzia Pirone, ma anche a Nardò e Napoli il loro impegno continua (non è una frase fatta, ce lo hanno detto e scritto).
Tutti e tutte hanno fatto una bella campagna elettorale, seminato idee e pratiche positive e di questo li e le ringraziamo.
È stata una campagna elettorale breve e difficile.
Alla vittoria dei candidati di centrosinistra nelle città, rispondono molte vittorie della destra nei centri medi e piccoli – non ci facciamo abbagliare del tutto dai risultati dei ballottaggi.
La nostra scelte di sostenere candidati in piccoli paesi è anche figlia della consapevolezza che occorre cominciare a imparare a capire come far arrivare idee innovative e far crescere gruppi dirigenti appassionati e capaci anche nei piccoli centri.
Lo avevamo già fatto in passato e continueremo a farlo.
Per un gruppo che promuove la partecipazione, che crede nella democrazia elettorale e punta a mobilitare più persone possibili, il dato molto preoccupante riguarda l’astensione e la sua geografia.
Lo ripetiamo da anni, lo dicono i media, lo dicono i sociologi e politologi: c’è un distacco delle persone dalle pratiche della democrazia.
Quando i candidati e le liste sono credibili, appassionati, parlano una lingua innovativa e provano a dare risposte, spesso la gente ascolta. Anche se le risposte non sono quelle che verrebbero dalla pancia – che è invece il modo in cui la destra italiana costruisce il proprio consenso tra i ceti popolari. Per questo dobbiamo continuare a moltiplicare le occasioni.
Grazie alle centinaia che hanno donato per sostenere questa campagna e i nostri candidati.
Abbiamo distribuito 12300 euro in due tranche e, le campagne ci dicono, in alcuni casi i vostri soldi sono stati un toccasana per poter costruire iniziative, pagare spese che altrimenti sarebbe stato difficile pagare (o si sarebbero evitate). E ora con un po’ di pazienza e a bocce ferme faremo delle valutazioni e soprattutto lavoreremo a costruire una rete di scambio tra eletti e a pensare a domani.
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