Antonella Pepe
“Mi farò carico di rendere azione concrete le ragioni della mia candidatura, valorizzare un territorio e metterlo in rete soprattutto dal punto di vista delle opportunità occupazionali.”
Antonella Pepe è candidata al Consiglio Regionale della Regione Campania, collegio di Benevento, nella lista del Partito democratico.
Trentaduenne, laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, libera professionista, militante del Partito Democratico con legami ad associazioni e movimenti.
La sua storia, le sue esperienze civiche e politiche sempre da outsider, devono poter contare per cambiare gli assetti politici in una regione come la Campania.
Sono Antonella Pepe, classe 1988 di Apice, un piccolo borgo della provincia di Benevento, in Campania. Nel lontano 2003 mi trovai per caso in un sit di protesta contro la guerra in Iraq organizzato dall’allora Sinistra Giovanile. Da quel giorno le mie giornate sono state scandite tra libri e panini in federazione provinciale. Sono stata nelle giovanili dei Ds per poi fondare il Pd è la sua organizzazione giovanile di cui sono stata segretaria regionale della Campania dal 2011 al 2015.
Dal 2014 al 2019 sono stata consigliere comunale ad Apice che mi ha permesso di crescere sul piano amministrativo. Nel mezzo tra autobus e treni mi sono laureata con 110 e lode in Relazioni Internazionali con una tesi sul futuro dell’Europa dopo la grande crisi finanziaria.
Da qualche anno fa appartengo al cosiddetto popolo delle partite IVA nel campo del food e della promozione turistica.
Perché ti candidi? Quali sono i valori che vuoi portare dentro le istituzioni?
Mi candido per dare voce ad una generazione ed un territorio ai margini. Mi candido al consiglio regionale della Regione Campania.
Mi candido a casa mia, nella lista del Partito Democratico, a sostegno di Vincenzo De Luca. Una casa che poco più che ragazzina insieme a tanti ho contribuito a costruire, a difendere e a rinnovare.
Mi candido per il Sannio, per le pietre e i vicoli dei nostri borghi, per le case abbandonate e ricoperte dai rovi nelle nostre campagne, per i capannoni dismessi delle piccole zone industriali.
Mi candido per i sogni interrotti e partiti nelle valigie, per i pacchi di olio e conserve spediti sui corrieri, per i nonni che dallo smartphone salutano i nipotini.
Mi candido per una generazione esclusa ed umiliata, che è povera pur lavorando, che è poco formata o troppo formata, marchiata dal luogo e dalla famiglia di origine.
Mi candido per le donne, per la loro libertà di scegliere e progettare, per la forza con la quale portano il peso di un welfare inesistente.
Mi candido per la cultura, l’arte e la musica, per la bellezza dei nostri paesaggi e le peculiarità delle nostre tradizioni popolari.
Mi candido per il diritto a “restare”, per il domani che arriva, per il futuro che vogliamo costruire e, soprattutto, vivere.
Voglio portare nelle istituzioni i valori della prossimità, dell’inclusione sociale e dei diritti delle persone a prescindere dal loro contesto di nascita.
Da eletta cosa farai?
Mi farò carico di rendere azione concrete le ragioni della mia candidatura, valorizzare un territorio e metterlo in rete soprattutto dal punto di vista delle opportunità occupazionali.
Immaginando che fosse il 2023, che cosa avrai realizzato di innovativo?
Avrò realizzato il brand Sannio, un territorio vivo, connesso, accogliente, conosciuto e vivibile.
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